EARLY TRANSITION: COSA AVVIENE NEGLI SWING MIGLIORI
Impariamo ad abbassare il piano dello swing durante la discesa
Sergio Garcia è certamente un giocatore con una straordinaria carriera, tante vittorie sul Tour Europeo e Americano. Gli mancava solo la vittoria in un torneo Major, che finalmente è arrivata nel 2017, dopo tanti anni di premiata carriera. Per gran parte della sua carriera lui era un grande campione incapace di vincere i tornei più importanti. I giocatori di quel tipo vengono definiti "chokers" dagli americani, nessun campione di golf vorrebbe essere considerato tale.
Io ero li a Carnoustie, in Scozia per seguire il British Open nel 2007, ero a pochi passi da Garcia quando sbagliò il put alla 18 per la vittoria, e ricordo benissimo lo sconforto e smarrimento quando, subito dopo, perse lo spareggio contro Harrington. Mi chiesi se un giorno avrebbe mai superato quella frustrazione sportiva. Per questo motivo, nel 2017 quando finalmente vinse il Masters di Augusta, ho tifato spudoratamente per lui, per la sua rivincita, anche se mai come in quella edizione del Masters ci sarebbero dovuti essere due vincitori e due Giacche Verdi. Il duello finale tra Justin Rose e Sergio Garcia, infatti, è stato uno spettacolo di grande golf e fair play che rimarrà nella storia. Vedere questi due campioni darsi il 5 ad ogni gran colpo è qualcosa che fa bene allo sport, qualcosa da far vedere ai bambini, qualcosa che emoziona. Garcia potrà piacere o meno, ma insieme a Justin Rose ci ha regalato un momento sportivo di rara bellezza. Se non lo avete mai visto, cercatelo su YouTube e guardatevi il giro finale.
C'è molto da imparare dalla vittoria di Garcia al Masters di Augusta del 2017. Si può dire con certezza che Garcia sia stato "resiliente". La resilienza è un termine rubato alla metallurgia. Nello sport potremmo definirla, a grandi linee, come la capacità di reagire in modo positivo ad un evento disastroso, di rialzarsi e riordinare rapidamente le idee, di imparare da quel fallimento, di ricostruire la fiducia e la motivazione, di riorganizzare positivamente la propria vita. Garcia è stato resiliente dopo i fallimenti di Carnoustie e le altre occasioni mancate, ma sopratutto ha dimostrato grande resilienza nel momento più cruciale di quel torneo, quando con due bogey (alla 10 e alla 11) e un tee shot con palla ingiocabile alla 13, sembrava nuovamente destinato a perdere l'ennesima occasione della sua vita. Ma stavolta Sergio ha stupito tutti. Si è rialzato in tempo questa volta, ha ritrovato lucidità e determinazione.
Sergio e la sua "early transition"
Ma da Sergio possiamo imparare anche qualcosa di più strettamente tecnico, qualcosa che personalmente reputo un aspetto "chiave" per ottenere uno swing efficace. Soprattutto, è una caratteristica comune alla maggior parte dei buoni giocatori di golf.
Se osserviamo lo swing di Sergio, in particolar modo il momento della transizione (early transition), possiamo notare un aspetto che, praticamente, accomuna la quasi totalità dei giocatori del Tour: l'inizio della loro discesa è caratterizzato da un movimento per cui la testa del bastone si muove "dietro" al giocatore, e lo shaft si sposta su una posizione (o piano) più piatto.
Come si può vedere benissimo nel filmato, Sergio inizia la fase di transizione con un movimento di abbassamento della testa del bastone e quindi del centro di massa. Il gomito destro inizia la discesa "ruotando" verso l'interno e le mani si muovono verso il basso e verso la palla.
Tutto questo evidenzia una catena cinematica efficiente, un grande utilizzo del terreno per generare una azione potente. Non a caso Sergio, benchè non sia più un ragazzino (col soprannome El Nino) la tira ancora davvero lunga.
Questa azione di abbassamento del bastone non lo fa solamente Sergio, lo fanno praticamente tutti i giocatori molto abili, anche se a volte in modo molto meno accentuato. Questa azione di "appiattimento" dello shaft è necessaria per permettere al giocatore di "preparare" il bastone e il corpo ad un "atterraggio" sulla palla progressivo, e fatto con una robusta azione di rotazione del corpo.
La maggior parte dei giocatori che soffrono di slice dovrebbero verificare se la causa non sia da ricercarsi in una cattiva transizione, fatta con una azione che "verticalizza" lo shaft invece di appiattirlo. Tutte le volte che, nella transizione, il centro di massa del bastone si muove verso la palla, il giocatore sarà costretto a compensare quella posizione "pericolosa" attraverso il rilascio anticipato dei polsi, oppure con early extension.
Se è vero che raggiungere una posizione geometricamente buona all'apice del backswing è importante, è altrettanto vero che senza una corretta transizione non si può ottenere uno swing solido e ripetitivo.
Uno shaft troppo verticale nel momento della ripartenza è una posizione difficile da gestire per i giocatori non esperti, e quasi sempre è la vera causa di tanti errori, come l'early extension, il casting e il pull-slice. Può sembrare paradossale, ma la caratteristica dei grandi colpitori è quella di comprimere molto la palla e avere un angolo di attacco verticale con i ferri (non troppo, quanto basta), ma iniziano il downswing appiattendo l'arco. I giocatori meno esperti, invece, iniziano la discesa verticalizzando il piano di discesa, e lo appiattiscono dopo, troppo tardi, così il loro angolo d'attacco risulta meno verticale, con poca compressione della palla.
Nell'immagine qui sopra, a sinistra vediamo Sergio Garcia, mentre a destra un mio allievo. La riga gialla rappresenta la posizione dello shaft esattamente nel momento in cui sta per iniziare il cambio di direzione verso la palla, la riga verde mostra la posizione della canna quando il braccio sinistro si trova quasi parallelo al terreno. Come si può vedere, nello swing di Sergio la riga verde è decisamente più bassa rispetto a quella gialla, nel giocatore di destra, invece, la situazione è invertita.
L'errore molto frequente è quello di pensare che, per ottenere un arrivo del bastone dall'interno, il giocatore debba spingere le mani subito verticalmente verso il basso all'inizio della discesa. Questa azione è sbagliata, poiché applicando una forza in quella direzione, la testa del bastone tenderà a muoversi verso l'alto, causando una verticalizzazione della canna proprio nel momento sbagliato.
Più l'inizio della discesa è verticale e più l'istinto del giocatore sarà quello di "appiattire" e bloccare l'attraversamento nel tentativo di rendere l'atterraggio del bastone più dolce. Esattamente il contrario di quello che Garcia e i migliori giocatori fanno. Interessante vero?
Bene, questo è un argomento davvero importante, merita di essere trattato con attenzione. Per questo motivo ho appena realizzato un video (che sarà online nei prossimi giorni) dove mostrerò alcuni casi concreti di allievi con una cattiva transizione, e nel video mostrerò in che modo sono intervenuto e i miglioramenti ottenuti.